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Nosy be

Nosy Be e dintorni. I siti d’immersione.

Madagascar, quarta isola per estensione dopo Borneo, Islanda e Papua, con un’area di poco più grande della Francia, la “terra dei fossili viventi” per l’alto numero di piante, animali e pesci che ancora vi abitano, molte delle quali di provenienza originaria del Sud America. Tutto ciò è il risultato della sua posizione isolata nell’Oceano Indiano, 250 miglia dalla costa del Continente africano. Nosy Be è un frammento di isola nell’isola nella parte nord occidentale a 8 chilometri al largo di una costa frastagliata. Nella Grande Isola – in lingua locale – si coltiva caffè, cacao, cannella e piante per essenze profumate e i suoi 11 vulcani sono enormi riserve d’acqua. Le tiepide acque del Canale di Mozambico, la protezione del massiccio del Tsaratanana e il clima tropicale fanno in modo che l’isola sia più protetta del resto del territorio agevolandola con una temperatura media costante tutto l’anno. Se l’interno è coperto da una fitta vegetazione – rifugio di moltissimi animali – sul lato marino è orlata da spiagge bianchissime abbellite da palmeti e mangrovie dove le onde frangono in continuazione.

Hell Ville, è capoluogo e centro dell’isola, mostra i segni indelebili della colonizzazione francese, qui si trovano mercati, banche, posta, ristoranti e locali di ogni genere. Meno tipica Ambatoloaka-Madirokely, epicentro del turismo, pittoresca ma non autentica, molto frequentata con hotel, ristoranti, locali notturni. I fondali marini hanno la particolare caratteristica di essere poco colorati ma molto ricchi di animali di piccola e grossa taglia.

Nei dintorni di Nosy Be i più conosciuti sono:
Nosy Tanikely-Parco Marino. Offre un’ottima raccolta di flora e fauna su un fondale in discesa fino a circa -20. C’è una discreta varietà di animali dai piccolissimi nudibranchi alle cernie di buona taglia.
Banco delle Gorgonie. Fondale di circa 20 metri: si trova una distesa di gorgonie dalle dimensioni straordinarie in cui vivono aragoste, squali chitarra e un numero incredibile di piccoli animali.
Atam. Parete da -30 a – 50. Coperta di coralli duri e gorgonie. Sito noto per il pesce di passo.
Manta Point. Sito a oltre venti metri, luogo di raduno delle mante. In condizioni di marea ottimali si possono incontrare questi grossi animali mentre si fanno fare la pulizia.
Nosy Iranja. Trigoni di buone dimensioni stazionano a -40 e lungo la parete sovrastante formazioni di coralli molli e gorgonie. Al largo pesce di passo. Sulla cima del plateau a circa -20 si trova la classic barriera corallina con madrepore e buche di sabbia dove risiedono pinna bianca e grigi oltre a tutte le specie di pesce di barriera.
Relitti. Nel 2003 e poi nel 2007 sono stati affondati tre pescherecci a circa trenta metri. Hanno formato un punto di aggregazione per numerose specie marine specie per ampie formazioni di platax, barracuda e carangidi.
Chaman & Fucilier. Due secche, un più piccola dell’altra ad una profondità variante da -11 a -26. Abitate densamente da pesce di barriera. Non è raro poter osservare grossi napoleoni e piccoli squali.
Sakatia. Ad una profondità di circa – 30, si alzano tre possenti conformazioni coralline con delle enormi fessure luogo si rifugiano cernie e specie simili. Più in alto sul plateau risiedono le specie di barriera.
Banco esterno. Piattaforma continentale prima delle profondità del Canale di Mozambico. A – 18 un plateau ricchissimo di coralli duri e molli. Dalla parte verso il Canale il passaggio di pesce pelagico.

Stagionalità: settembre- novembre: primavera australe. Da sud arrivano le megattere che si avvicinano sottocosta per accudire i piccoli; da novembre si vedono anche gli squali balena che si cibano di plancton; dicembre – marzo: periodo caldo. A fine gennaio inizia la stagione monsonica con forti piogge che termina a fine marzo; marzo – giugno: visibilità subacquea bassa per via delle piogge. La vita subacquea riprende il ciclo vitale; giugno- settembre: periodo invernale. Ottima visibilità subacquea, temperature dell’acqua intorno ai 25°C.

Ankazoberavina
Arrivando si intravedono le baie dell’isola, tra cui quella tutta tonda delle mangrovie, le sue spiagge, alcune di sabbia bianca corallina, altre di ciottoli neri luccicanti al sole: sono i basalti, i cristalli e le pietre colorate incastonate nelle rocce: un’altra caratteristica di Ankazoberavina. E si possono vedere anche i grandi e numerosi “ravinala”, le palme del viaggiatore, emblema del Madagascar. L’isola è completamente circondata da un anello madreporico, il mare è ricchissimo di pesce, tanto da richiamare molti pescatori malgasci, le cui piroghe stazionano continuamente vicino alle sue coste, e che costituiscono i fornitori abituali di pesce fresco per il villaggio.

Ankazoberavina, in malgascio ” alberi dalle grandi foglie”, è la piccola isola, incastonata nella baia di Nosy Be, a 45 minuti di barca (18 miglia) con una estensione di 14 ettari, che con la bassa marea diventano 20. Ankazoberavina spunta dal mare smeraldino con il suo profilo collinoso e si presenta con un profilo di morbidi dossi ricoperti di lussureggiante vegetazione, una fittissima foresta integrale, con alberi alti fino a 30 metri.
Questo lembo di terra emersa si trova a poco più di un miglio dall’isola madre, il Madagascar, costa e interno, almeno per questo tratto costiero costituito da un territorio selvaggio, privo di strade e disseminato di modesti villaggi di pescatori e contadini, in generale distanti gli uni dagli altri.
L’isola di 14 ettari che, con la bassa marea diventano circa 20, dista solo 1 miglio dalla costa il cui interno è costituito da un territorio selvaggio, privo di strade e disseminato di piccoli villaggi di pescatori e contadini, generalmente distanti fra loro.
A parte le tartarughe di mare che approdano in continuazione a deporre le uova, sull’isola vivono numerosi animali tra i quali le rarissime aquile pescatrici endemiche del Madagascar, lemuri, il peroftalmo, aironi, molte specie di uccelli, volpi volanti, ricci, camaleonti.

Ankazoberavina era completamente deserta prima che nascesse il Nature Sauvage, oggi gli unici residenti sono gli ospiti del villaggio e le persone che accudiscono i visitatori. Protetti e nascosti da cocchi giganteschi sono stati eretti otto bungalow di una trentina di metri quadri in legno locale ciascuno suddivisi in un’ampia stanza da letto, un bagno, un guardaroba, una veranda con mezzanino con altri due posti letto. L’intero complesso è completato da una piattaforma di palissandro di oltre 200 mq ombreggiata da grandi “badadier”, un ristorante, un bar e biblioteca. L’ acqua dolce proviene da una sorgente sulla costa, portata sull’isola con una conduttura sottomarina. I trasporti sono assicurati dalle imbarcazioni del villaggio che è dotato di luce elettrica grazie ad un generatore che ricarica le batterie per la notte.

Il Nature Savage è aperto dal 2009 ed è a gestione italiana. Può ospitare un massimo di 16 ospiti, oltre a quattro bambini, non vi è aria condizionata nei bungalow e neppure ventilatori a pale. Solo zanzariere sui letti e alle finestre. Per raggiungere Ankazoberavina Resort da Nosy Be è necessario l’uso di un taxi che in un’ora effettua il percorso fino al villaggio di imbarco dove con trenta minuti di navigazione si giunge al Nature Savage. Il villaggio rimane chiuso dal 15 gennaio a fine marzo per della stagione delle piogge. Da aprile a settembre –l’inverno africano – il tempo è generalmente bello, fresco e asciutto, con visibilità in acque di una ventina di metri. Da ottobre a metà gennaio la temperatura è elevata ed è possibile avere qualche giornata di pioggia. La visibilità dell’acqua diminuisce per via della presenza di plancton ma l’arrivo di questo cibo importantissimo per gli animali marini attira mante in gran numero, squali balena ed altri abitanti marini. Il centro diving ben attrezzato dispone di bombole in acciaio da 12 litri con attacchi DIN che INT.

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